La tendinopatia Achillea
La tendinopatia achillea è uno degli infortuni più frequenti tra chi pratica attività sportiva, ma è comune anche nel resto della popolazione, soprattutto con uno stile di vita sedentario.
Gli sport nei quali si registra la maggiore incidenza sono quelli che comportano spostamenti multidirezionali (tennis, calcio, ecc) e quelli in cui si ha un carico ripetuto della struttura tendinea (atletica sia in pista sia di lunga distanza).
La diagnosi medica è prevalentemente clinica (tramite visita specialistica), ma può essere eseguita una conferma strumentale tramite Ecografia.
I sintomi maggiormente riferiti dai pazienti sono:
- Dolore a livello del calcagno o lungo il decorso del tendine
- Rigidità tendinea soprattutto al mattino
- Talvolta anche presenza di crepitii durante il movimento
La tendinopatia se non gestita e trattata in maniera adeguata può portare ad una riduzione della capacità di sopportare il carico del tendine, nonché alla sua degenerazione, fino in rari casi alla rottura della struttura tendinea.
Pertanto è consigliato rivolgersi al proprio fisioterapista sin dalle prime fasi del disturbo per una corretta gestione della problematica al fine di evitare possibili complicanze e garantirsi il recupero nel più breve tempo possibile.
Il trattamento prevede:
- Il primo obiettivo è quello di informare il paziente sulle caratteristiche del suo disturbo ed educarlo ad una corretta gestione del carico e delle attività della vita quotidiana
- Il secondo obiettivo è il contenimento della sintomatologia, soprattutto nella prima fase infiammatoria, attraverso tecniche di terapia manuale eseguite dal fisioterapista o con l’ausilio di elettromedicali quali Tecarterapia, Laserterapia e Onde d’urto.
- Durante ogni fase del trattamento è di fondamentale importanza che il paziente esegua esercizi attivi sia sotto la supervisione del fisioterapista che come autotrattamento a domicilio in modo da aumentare la capacità funzionale del tendine.
- In alcuni casi, accuratamente valutati, può essere indicato l’utilizzo di un plantare o uno scarico calcaneare.
UN CASO CLINICO di TENDINOPATIA ACHILLEA
Mario R. affetto da tendinopatia achillea riferisce dolore a carico del tendine d’achille e nella regione del polpaccio associato alla presenza di crepitii e di un senso di rigidità presente soprattutto al mattino, quando si alza dal letto. La sintomatologia gli permette di svolgere le attività di vita quotidiana, ma non gli consente di fare sport (corsa) con la solita frequenza e ritmi in quanto poco dopo l’inizio dell’attività il dolore aumenta in maniera progressiva costringendolo a fermarsi.
La valutazione iniziale ha tenuto conto della storia clinica del paziente, sono stati eseguiti test clinici e tecniche manuali da parte del fisioterapista ed è stato valutato l’atteggiamento posturale e la mobilità delle caviglie attraverso l’utilizzo del D-wall, della Prokin e del Walker View.
Il paziente è stato sottoposto anche alla valutazione dell’osteopata e della logopedista per identificare delle possibili relazioni tra il sovraccarico tendineo ed eventuali alterazioni posturali potenzialmente correlate a disfunzioni viscerali o occlusali a carico della mandibola. Inoltre il paziente si è avvalso anche di una visita ecografica da parte del medico ortopedico e di una valutazione del nutrizionista al fine di migliorare le proprie abitudini alimentari e favorire il recupero tendineo.
Da quanto emerso dalla valutazione, insieme allo staff sanitario abbiamo deciso di dividere il percorso terapeutico articolandolo in diverse fasi:
FASE 1: Controllo del dolore e infiammazione
Sono state eseguite delle tecniche di terapia manuale per la riduzione del dolore da parte del fisioterapista e dell’osteopata integrandole con l’applicazione di laserterapia, tecarterapia e onde d’urto per favorire il miglioramento del quadro clinico.
Le tecniche manuali prevedevano delle mobilizzazioni articolari e delle tecniche muscolari decontratturanti mirate alle strutture muscolo tendinee.
Il paziente inoltre ha iniziato subito il recupero funzionale attivo attraverso un mirato programma di esercizi terapeutici in palestra basato su contrazioni isometriche ed eccentriche con elastici e step integrato con l’utilizzo della Prokin per migliorare la gestione del baricentro, la mobilità delle caviglie e la propriocezione.
FASE 2: Recupero Funzionale
Con la progressiva riduzione della sintomatologia dolorosa si è aumentato il carico e la complessità degli esercizi eseguiti in palestra con la costante supervisione del fisioterapista procedendo verso tipologie di esercizio più funzionali per la corsa. Quindi il programma di recupero funzionale attivo, iniziato già nella fase precedente, è stato integrato con esercizi mirati al recupero dell’elasticità e della capacità di carico della struttura muscolo-tendinea. Per far questo, l’utilizzo di fitball, elastici, step, pesi, pedane propriocettive e Blazepods è stato combinato con la tecnologia D-wall in grado di fornire attraverso uno schermo HD una costante guida al paziente per una corretta esecuzione degli esercizi. Già in questa fase è stato inserito un programma più globale di esercizi posturali tramite D-wall, Prokin e Walker View in modo da favorire un più completo recupero funzionale.
FASE 3: Aumento performance motorie e stabilizzazione dei risultati terapeutici
Il paziente ha poi continuato il percorso di Medical Wellness al fine di mantenere i risultati ottenuti durante il programma riabilitativo. Sotto la supervisione del fisioterapista è stata ulteriormente incrementata la complessità e la specificità degli esercizi già appresi nella fase precedente integrandoli in un’ottica più globale di recupero funzionale e posturale attraverso l’utilizzo di D-wall, Prokin e Walker View al fine di migliorare la performance motoria sia in statica che in dinamica. Nello specifico attraverso il Walker View è stato intrapreso un percorso di miglioramento della postura e della simmetria durante la corsa in modo da evitare futuri sovraccarichi alle strutture muscolo-tendinee.
Durante il percorso il paziente è entrato in contatto con l’Ortopedico, il Fisioterapista, l’Osteopata, la Logopedista e il Nutrizionista.
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